OLTRE L’ARCOBALENO: IL GIORNO DOPO

OLTRE L’ARCOBALENO: IL GIORNO DOPO

OLTRE L’ARCOBALENO: IL GIORNO DOPO

OLTRE L'ARCOBALENO II EDIZ 2018

Oltre l’Arcobaleno: il giorno dopo

Oltre il convegno.

Al di là del convegno: che cosa c’era “oltre”?

Qual era la prima parte invisibile del convegno visibile?

C’è stato il Dono di una successione di laboratori esperienziali guidati dalla magistrale regia di anime sapienti e generose al Servizio.

Chi era pronto, ha saputo e scelto, ha ricevuto semi preziosi che stanno lavorando intanto nel proprio “semenzaio” interiore, per poi essere condivisi.

Chi ha seminato fisicamente nel proprio orto in questi giorni, sa bene che sono bastate poche ORE per vedere sbucare dal seme le prime piantine. Questo è accaduto in tutti noi, solo su un altro piano.

E non con un bagno di profumo “peace and love” spruzzato sopra la propria sporcizia, NO: abbiamo onestamente guardato anche quella, per trasmutarla.

Abbiamo attraversato un ampio scibile emozionale, che s’è fatto lavare da lacrime di pena e di gioia, di partecipazione e scuotimento interiore, nella forza di vedersi, col coraggio di reggere lo sguardo e AMARSI.

Il cuore è stato il vero relatore, regista e spettatore, il CUORE, e come accade con il campo, la molteplicità si fa unità, così nella custodia di questo cuore unico ciascuno ha ricevuto il proprio specchio, la propria prova, il proprio dono.

La trasformazione dell’uno non è fatto privato: è un’onda, e l’onda per propria natura si propaga in tutte le direzioni. In tutte le direzioni, significa spingerci oltre la prima immagine della figura piana per scorgere la forma solida, tridimensionale. Andare oltre il pensiero immediato e comune laddove si fa chiaro che l’arcobaleno non è come disegnato su un foglio, piano e limitato. Siamo andati OLTRE.

Ecco perché il finale è stato il tripudio di gioia e l’apoteosi di abbracci, di sguardi amanti di tutto ciò che vedevano, perché andando oltre, avevamo visto altro, diventando altro, con pupille che nello svolgersi dell’opera si erano abituate alla luce ed erano infine pronte a sostenerla.

I cuori erano più leggeri e di certo si è acceso il Fuoco.

Da “In Cammino verso Sé”: (pg. 113)

… Nel frattempo, per fratellanza spirituale, accade la magia di quegli incontri-specchio in cui lo sguardo induce lampi di consapevolezza. Gli occhi negli occhi per ricordarti chi sei e perché sei qui, e il Fuoco stanco riprende la danza.

GRAZIE GRAZIE GRAZIE

Alessandra

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